DECALOGO

1.Ispezionare quotidianamente i piedi, comprese le aree inter-digitali
2.Lavare i piedi tutti i gg con acqua (T° < 37°) e sapone neutro, asciu-gare con cura senza dimenticare le aree inter-digitali.
3.Applicare crema idratante.
4.Taglio corretto delle unghie - dritte - e poi limate non utilizzando tronchesino, forbici appuntite, etc.
5.Calze e scarpe senza cuciture.
6.Non camminare mai scalzi …
7.Non indossare scarpe senza calze.
8.Evitare fonti di calore dirette.
9.Non tagliare calli e duroni (ma rivolgersi al personale competente).
10.Non ascoltare “consigli” di parenti, vicini o altri diabetici: ognuno è un caso a sè stante.
 
 

Il Podologo

 

Il diabete può dare origine a complicanze. Le più frequenti riguardano gli arti inferiori, soprattutto il piede. L’Associazione Diabete Romagna ha deciso di aiutare le persone con diabete a prevenire questo problema attraverso il finanziamento di un team di podologi a disposizione per combattere il piede diabetico. L’Associazione lavora insieme ai reparti di Diabetologia degli ospedali Bufalini di Cesena, Infermi di Rimini e Morgagni – Pierantoni di Forlì per migliorare la qualità della vita delle persone e garantire loro elevati livelli di assistenza.

 

Il piede diabetico ha un triste primato: è la più frequente causa di amputazione agli arti inferiori nei paesi industrializzati. Su circa 14 mila amputazione, ben 9 mila sono state fatte a persone con diabete. La gravità del problema è palese ed è chiaro che va combattuto allo scopo di rendere qualitativamente buona la convivenza con la patologia. Anche dal punto di vista economico il piede diabetico non va sottovalutato: i costi relativi al trattamento di questi casi sono i più alti tra quelli relativi alla gestione della patologia del diabete e delle sue complicanze. L’ospedalizzazione e le invalidità riportate dal paziente ricadono tutta sulla famiglia e sulla collettività.

 

Come si cerca di prevenire il piede diabetico? Attraverso il controllo. Tutti i pazienti con diabete a rischio devono essere sottoposti a un esame completo del piede almeno una volta l’anno. A coloro che hanno un rischio elevato di incorrere nel piede diabetico, è necessario controllare i piedi a ogni visita. Purtroppo in Italia solo il 20% delle persone con diabete si controlla correttamente, nonostante questo sia il solo sistema per ridurre la quantità di amputazioni.

 

All’interno dell’ambulatorio del Piede Diabetico della Diabetologia dell’ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì operano un medico endocrinologo, due infermiere professionali, e tre podologi, questi ultimi finanziati dall’Associazione Diabete Romagna, che affiancano il personale ospedaliero. L’equipe multidisciplinare coinvolge diversi professionisti all’interno dell’Azienda Sanitaria e grazie a tale collaborazione e alla notevole esperienza acquisita è possibile affrontare in modo rapido ed efficace la complicanza del Piede Diabetico. I podologi finanziati dall’associazione Diabete Romagna Onlus hanno svolto nel 2015 in media 30 accessi di pazienti con diabete ogni settimana, permettendo all’ambulatorio del piede di raddoppiare gli accessi altrimenti previsti.

 

«Siamo grati a tutti i nostri donatori perché è grazie a loro se sentiamo sempre più vicino il sogno di un mondo in cui il diabete non abbia più potere di decidere della vita di nessuno». Queste le parole di Pierre Cignani, Presidente dell’associazione Diabete Romagna

 

Piede diabetico: poco uso di scarpe antiulcera su misura

I diabetici con rischio di ulcere del piede usano poco le scarpe su misura quando sono in casa, dove si muovono di più e sono più soggetti a recidive.

 

walking_feet (1)Roelof Waaijman e colleghi del Dipartimento di Riabilitazione dell’Università di Amsterdam hanno seguito per una settimana 120 pazienti provenienti da 10 diversi Ospedali olandesi, tutti con una diagnosi di diabete, neuropatia (una perdita della sensibilità protettiva, ci fa accorgere che si sta creando un danno ad una parte del corpo), un precedente caso di ulcera al piede già guarita e la prescrizione di scarpe su misura. I ricercatori hanno inizialmente informato i partecipanti che avrebbero misurato la temperatura dei loro piedi mentre calzavano le scarpe antiulcera su misura, e non che ne avrebbero misurato l’uso. All’interno di queste scarpe sono stati inseriti dei rilevatori di temperatura, in grado di indicare quando la scarpa veniva indossata, ed un contapassi collegato a una gamba. L’aderenza all’uso delle scarpe su misura da parte di ciascun paziente è stata misurata come la percentuale di passi effettuati.

 

I dati dei rilevatori di temperatura hanno indicato un uso costante delle scarpe antiulcera in circa il 71% dei partecipanti. L’alta aderenza è risultata predittiva nei casi di persone con un basso indice di massa corporea, la presenza di una grave deformità del piede e la percezione delle scarpe antiulcera visivamente più attraenti di altre paia di scarpe. I partecipanti hanno indossato le scarpe antiulcera con una media di 9,4 ore al giorno, più spesso quando si trovano fuori casa (l’87% verso il 60% del tempo passato in casa), e soprattutto durante i fine settimana. I dati del contapassi, al contrario, hanno dimostrato una vita domestica dei partecipanti più attiva e in movimento rispetto a quando si trovano fuori.

 

La scarpa antiulcera, quindi, non viene indossata nel momento di prevenzione del danno, mentre il piede cammina ed è sotto sforzo, e questa scarsa aderenza potrebbe comportare nuovamente l’ulcerazione del piede.  “Gli interventi finalizzati ad aumentare l’aderenza dovrebbero mirare principalmente alla situazione a casa, per esempio, attraverso la prescrizione di calzature speciali da tenere in casa,” conclude Waaijman.